Riforma Cartabia e impatto sulle cause IP: il webinar di INDICAM
di Marco Mergati, Partner, Studio Ghidini, Girino & Associati
- Il 1° marzo scorso è entrata in vigore la Riforma Cartabia che ha modificato notevolmente il Codice di Procedura Civile, introducendo, di fatto, un “nuovo” rito civile (oltre a innovare profondamente anche il processo penale).
Proprio per svolgere una prima analisi delle novità apportate dal nuovo rito processuale, in particolare alle cause IP, il 7 marzo Indicam ha organizzato un webinar nel quale sono stati relatori gli avvocati Monica Riva, Carlo Polizzi e Brenda Villa, oltre al sottoscritto.
Qui si analizzeranno le modifiche più rilevanti relative al processo di cognizione e all’arbitrato, per concludere con un’analisi dell’effetto sulle cause IP.
- Le modifiche più rilevanti al giudizio di primo grado riguardano, senz’altro, (i) la struttura del rito ordinario e (ii) l’introduzione del rito semplificato ordinario.
(i) Quanto al primo aspetto, anzitutto vi è l’eliminazione della prima udienza successiva al termine di costituzione del convenuto. Nella citazione, infatti, si deve ora indicare una data di prima udienza che sia di almeno 120 giorni successiva alla notifica e il convenuto dovrà costituirsi 70 giorni prima di tale data. Il Giudice assegnatario del fascicolo, entro 15 giorni dal termine di costituzione del convenuto – senza che si svolga un’udienza – dovrà svolgere alcune verifiche previste dal nuovo art. 171-bis c.p.c., nonché confermare o differire l’udienza indicata dall’attore nell’atto di citazione e indicare alle parti le questioni rilevabili d’ufficio di cui dovranno trattare nelle successive memorie integrative, da depositarsi in termini con scadenze a ritroso rispetto a detta udienza.
Insomma, in questo modo l’oggetto del contendere e le istanze di prova saranno definite: e così il Magistrato celebra una prima udienza ex art. 183 c.p.c. in cui il un quadro delle allegazioni delle parti è completo. E il Giudice, in quella sede, può così decidere sulle prove e fissare il calendario del processo o passare direttamente alla fase decisoria.
Quest’ultima fase, in linea di principio, si svolge con la fissazione di un’udienza finale di discussione, prima della quale le parti depositano le conclusioni scritte, le conclusionali e le repliche. Sono comunque previste e incoraggiate forme di decisione che non richiedono lo scambio di scritti, ma privilegiano la sola discussione orale.
È poi stata introdotta la possibilità di emissione di ordinanze anticipatorie sia di accoglimento sia di rigetto (rispettivamente, artt. 183-ter e 183-quater c.p.c.).
(ii) Il rito semplificato è molto simile al procedimento sommario di cognizione previsto dall’art. 702-bis c.p.c., abrogato dalla Riforma. Questo nuovo rito (art. 281-undecies c.p.c.) è sempre utilizzabile nelle controversie attribuite alla decisione del giudice monocratico ed è ora applicabile anche alle cause sottoposte alla decisione collegiale se (a) i fatti non sono controversi oppure (b) vi è prova documentale o “di pronta soluzione” oppure (c) l’istruttoria non è complessa.
Il procedimento si propone con ricorso. Il Giudice, se necessario, può fissare un termine per integrare le difese; oppure può disporre il passaggio al rito ordinario. La decisione finale viene assunta con sentenza (e non più con ordinanza, come avveniva nel rito sommario).
- Le novità del procedimento d’appello si riferiscono soprattutto alle fasi di istruzione e decisoria. Viene infatti reintrodotta (com’era prima del 1996) la figura del Consigliere Relatore, diminuendo così il carico dei Collegi.
È stata prevista la possibilità di una decisione “rapida” a seguito di trattazione orale (art. 350 bis c.p.c.).
La Riforma interviene sulla sospensione dell’esecutorietà della sentenza impugnata, individuandone meglio i presupposti, estendendola espressamente alle condanne al pagamento di somme e stabilendo che mutamenti delle circostanze consentono di riproporre la relativa istanza.
- Una delle principali novità del giudizio di Cassazione riguarda la preferenza per la decisione in camera di consiglio (che diventa la regola). La discussione in pubblica udienza è riservata alle cause in cui si dibattono questioni giuridiche particolarmente importanti.
È stato poi introdotto il rinvio pregiudiziale (art. 363 bis c.p.c.), ossia la possibilità che, per cause seriali in cui emergono questioni di diritto di particolare complessità, il giudice di merito possa investire direttamente la Suprema Corte della loro risoluzione. Questo strumento dovrebbe consentire di accelerare i tempi necessari per conoscere l’interpretazione della Cassazione.
- La modifica più rilevante alle procedure arbitrali riguarda senz’altro il potere degli arbitri di emettere provvedimenti cautelari. Questo potere dev’essere attribuito già nella clausola compromissoria (o nel compromesso stipulato ad hoc) e, perciò, se ne dovrà tener conto nella redazione di questi patti.
Va detto che vi sono arbitrati cd. amministrati, come quello della CCIAA di Milano, che hanno già modificato i propri regolamenti disciplinando l’emissione dei provvedimenti cautelari, anche inaudita altera parte.
- Con riguardo all’impatto sulle cause IP, in generale, la Riforma Cartabia introduce molti strumenti utili per velocizzare il giudizio di merito, ossia quello con i maggiori problemi di rapidità (a differenza dei cautelari), anche se sono auspicabili interventi sulle risorse umane, economiche e tecnologiche necessarie per rendere veramente effettive le novità normative.
Ciò detto, anzitutto il nuovo rito ordinario semplificato può avere un riflesso sulle cause IP. Verosimilmente questo procedimento potrà essere scelto per le cause di merito più semplici, ad esempio quelle precedute da cautelari in cui l’an sia stato dibattuto e sia perciò necessario solo quantificare i danni.
Nell’appello, si segnala la modifica della istanza di sospensione: spesso le sentenze di primo grado contengono statuizioni che, se non sospese, possono diventare irreversibili (si pensi all’ordine di distruzione di merci).
È più difficile ipotizzare un effetto sulle cause IP delle modifiche al rito in Cassazione: infatti la novità più rilevante (il rinvio pregiudiziale) sembra difficilmente ipotizzabile in questi procedimenti.
Per converso, la possibilità di ottenere provvedimenti cautelari dagli arbitri è una opportunità che certamente rende più conveniente il ricorso alla clausola compromissoria anche nei contratti IP (licenze, accordi di trasferimento di tecnologia, ecc.).
Diffondiamo una cultura dell’acquisto originale
Scopri le attività di INDICAM e le collaborazioni con i vari stakeholder nazionali e internazionali.