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01 – INDICAM NEWS

INTERNATIONAL CONFERENCE IP & ORGANIZED CRIME

di

di Claudio Bergonzi

Il 21 ottobre la Conferenza Internazionale organizzata da INDICAM con la collaborazione di MISE, EUIPO e UNICRI ha, nel corso della giornata, portato nuova attenzione sulle connessioni tra crimine organizzato e violazioni IP.

Nel corso delle due round table sono emersi i tratti che rappresentano le aree di rischio maggiori parlando dell’alleanza tra organizzazioni criminali e mercato della contraffazione.

Interessante notare come, nel caso delle varie forze di polizia italiane così come della DNA (Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo), ci siano evidenze investigative ormai consolidate che portano a poter contare su una mappa affidabile dello schema seguito dai criminali per sfruttare la contraffazione nelle attività illecite. Di sicuro interesse concentrare l’attenzione, infatti, sul potenziale per riciclare denaro e per aumentare la capacità di infiltrazione in settori commerciali leciti. Come ha rilevato la DNA, ad esempio, un sodalizio tra 5 organizzazioni criminali ha portato a raggiungere gli obiettivi di un controllo del territorio ancora maggiormente efficace, di infiltrazione di attività lecite sia vendendo prodotti falsi ai commercianti (ignari e/o conniventi), sia andando a imporre un “pizzo” alternativo, appunto sostituendo alla consueta richiesta di denaro l’obbligo di acquisto di merce contraffatta sia sfruttando e rafforzando le reti di distribuzione (Ad esempio degli stupefacenti) che solitamente è più difficile organizzare.

Inoltre, è la stessa organizzazione dei criminali per la gestione della contraffazione che dimostra come essa sia considerata una vera e propria fonte di introito. Si assiste, non raramente, per supportare tutti gli obiettivi di un sodalizio criminale, a una struttura interna che copia quella di un’impresa lecita, andando a ricreare gli stessi dipartimenti, le stesse azioni e gli stessi meccanismi per presentarsi sul mercato e per gestirlo con efficacia.

Come affrontato da organi di polizia italiani e come sottolineato da Europol e FBI, il denaro diventa la determinante delle azioni criminali in ambito contraffazione, così come diventa la traccia da seguire. Certo non senza difficoltà, per vizi del sistema cui ancora non si è posto rimedio, uno per tutti i money transfer, che sono vere e proprie falle che rendono difficile tracciare con efficacia gli spostamenti di denaro. Non è un mistero che essi siano indicati come critici e da meglio regolamentare, ma certo è che a distanza di anni dal primo momento in cui se n’è discusso, ancora nulla si è visto almeno sul piano normativo comunitario, e specificamente Italiano.

Il ROI (come l’agente speciale dell’FBI Proudfoot l’ha definito) è il primo obiettivo delle organizzazioni criminali quando intraprendono un’attività nel settore della contraffazione, e si basa anche, come emerso in altri interventi, non solo da un mero fattore finanziario, quanto anche da una valutazione di rischio. E si sa come, nel caso della contraffazione, i rischi siano di gran lunga inferiori ad altri traffici illeciti appannaggio del crimine, come stupefacenti, armi e immigrazione.

Dobbiamo considerare anche un altro fattore, quindi, fondamentale per farci capire se quanto è fatto per contrastare la contraffazione è svolto in maniera corretta o meno (e, di riflesso, se quindi anche il contrasto al crimine organizzato è efficace); tutto il lavoro di indagine e investigativo diventa poi, opportunamente, anche repressione efficace ed effettiva? O abbiamo bisogno di vedere un sostanziale incremento delle prosecutions, come Susan Wilson, attachè USA presso l’UE ha notato?

Infiltrazioni nell’economia legale, flussi di denaro, priorità, collaborazione trans-nazionale e flessibilità negli interventi così come un maggiore numero di azioni giudiziarie; si potrebbero riassumere con queste parole chiave le priorità emerse durante la nostra International Conference.

Abbiamo chiuso la giornata condividendo alcune considerazioni anche alla luce delle attività che INDICAM sta portando avanti in materia di sensibilizzazione e di advocacy. È necessario che l’Europa (interessante il richiamo di Susan Wilson a un’Europa più leader e un’Italia con un ruolo di primo piano in questo processo) innalzi il livello di contrasto alla contraffazione, anche considerandola oggetto dell’attenzione delle organizzazioni criminali. Inoltre, si deve lavorare da subito, con il piano di priorità di contrasto al crimine organizzato che andrà in votazione nel febbraio 2021, affinché gli IP infringements rientrino nel programma EMPACT di punti di contrasto al crimine.

Ultimo, ma non meno importante, si deve iniziare a considerare anche in Italia la contraffazione non già come la valvola di sfogo di una serie di problemi (disoccupazione, immigrazione e controllo del territorio per citarne tre) ma come una grande occasione per sodalizi criminali per incrementare potere, prestigio e soprattutto fatturato.

Entro poche settimane sarà redatto un documento di sintesi delle indicazioni emerse dalla International Conference che realizzeremo insieme a UNICRI; vi verrà inviato, così come sarà diffuso tra policy makers e Istituzioni, per un rafforzamento del nostro messaggio a supporto di una più efficace anti-contraffazione.

Alcuni giorni dopo la nostra International Conference ho partecipato ad una simile iniziativa organizzata dalla Scuola di Pubblica Amministrazione del Governo della Lettonia, in partnership con l’Ambasciata d’Italia, che ci ha invitato espressamente. Anche in questo caso i diversi relatori hanno potuto sottolineare come crimine, transnazionalità e debolezza del contrasto siano le tre attuali caratteristiche del mercato della contraffazione. E’ stato trattato anche il tema delle debolezze strutturali di contrasto, come l’online e come la materia doganale. Da parte mia ho portato l’attenzione anche su quali e quanti danni siano misurati in capo alle aziende Italiane, nonché di quanto sia urgente che non si perda più tempo per creare le condizioni affinché la maggiore rapidità intrinseca nella struttura delle organizzazioni criminali sia almeno adeguatamente contrastata in maniera più efficace. E’ stata un’ulteriore occasione, quindi, per portare il nostro contributo verso una maggiore sensibilità del Governo Lettone su quanto urgente sia dare una risposta più forte alla contraffazione, volendo quindi sensibilizzare maggiormente un potenziale “alleato” nelle attività europee di pressione che il Governo Italiano, attraverso le alleanze, dovrebbe andare a innalzare. Scriviamo “dovrebbe”, poiché non è mai troppo chiaro il grado di effettivo commitment sui grandi temi del nostro Governo, spesso poco reattivo e poco “presente” nel lavoro fondamentale di crescita di consenso e di aggregazione attorno a grandi temi, come l’IP merita di essere.

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