Attività che non smettono mai
di
di Claudio Bergonzi
Mi piacerebbe scrivere dicendo che siamo tornati parzialmente in ufficio come fosse un ritorno all’attività. Sarebbe, tuttavia, un messaggio errato, perché noi l’attività non l’abbiamo mai fermata. Quindi la notizia sarebbe quasi solo un fatto di cronaca legata al nostro essere fisicamente alcuni giorni alla settimana negli uffici di Via Serbelloni.
Anche questo, comunque, fa parte di un processo, di un percorso che abbiamo intrapreso dagli inizi del lockdown e dell’emergenza sanitaria. Un cammino che immediatamente ci ha fatto migrare su piattaforme digitali un calendario mai così fitto di appuntamenti come quello 2020. I nostri webinar, sia in periodo di lockdown che dopo, sono stati un reale successo di numeri e consenso, con centinaia di persone incontrate virtualmente. Il canale podcast aperto da pochi mesi è in ottima forma, con centinaia di download dei vari, già molti, interventi, spesso animati dalle enormi competenze di alcuni nostri associati, che ringrazio sempre per lo spirito e l’entusiasmo con cui ci hanno “seguito” da subito.
Insomma, abbiamo tenuto la community unita, non diminuendo mai l’impegno. Anche il lavoro dei nostri working group è proseguito, senza interruzioni, per raggiungere le finalità proprie di ognuno.
Così il Gruppo Di Lavoro legal, ad esempio, è stato impegnato su più fronti, soprattutto per continuare a costruire la spina dorsale di molte attività dell’associazione. Con il Gruppo online, invece, abbiamo lavorato per andare ad alimentare la fase di consultazione pubblica sul pacchetto DSA aperta in Europa. Si potrà poi dire che riunirsi fisicamente nella nostra sala plenaria di Via Serbelloni sarebbe stato un’altra cosa ed è vero, però devo anche aggiungere che l’impossibilità a farlo non ha inficiato la qualità, come sempre alta, del lavoro di gruppo.
Sempre con il gruppo online abbiamo poi iniziato il percorso, fatto di momenti ben scadenzati, con cui ci confronteremo con Amazon. Si è trattato di un primo momento di incontro nell’ambito del MoU firmato con la piattaforma sul finire del 2019; anche in questo caso in un’ora e mezza di meeting Zoom abbiamo affrontato le priorities e fissato i next steps.
Tutto ciò si è svolto parallelamente con la nostra attività di report, così come con la notevole attività convegnistica, sempre su Zoom. Sono stati sempre momenti, quelli dei nostri workshops, in cui organizzazione, profondità dei temi trattati e condivisione con la platea non hanno risentito della “distanza” e della virtualità.
È la dimostrazione, questa, che il temuto “effetto caverna” cui potrebbe portare il remote working secondo alcuni per noi non si è per niente verificato. Certo, la passione, la voglia di mantenere la community unita e i tanti temi da trattare, ci hanno tenuti vivi e ben attivi. Ma è anche la dimostrazione che l’ibridizzazione, nel 2020, può essere un punto da cui far partire le nostre attività.
Non sappiamo per quanto tempo ancora dovremo affidarci al 100% ai canali digitali per incontrare in eventi e workshops le persone. Possiamo presumere che, anche quando in un prossimo futuro si tornerà con maggiore agio in molti in una sala, comunque utilizzeremo sempre forme in qualche modo ibride permettendo a coloro che sono distanti (per scelta o necessità) di partecipare comunque.
È il senso di comunità che va mantenuto, lo stare sulla scena pensando in maniera flessibile e non fermandosi ad aspettare che il peggio passi. Noi nella grotta non ci siamo mai sentiti, ci auguriamo di aver contribuito nel nostro piccolo ad aver rafforzato l’unitarietà della comunità IP.
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