POLICY DIALOGUE ON FIGHTING ONLINE COUNTERFEITING
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La rete di «città virtuose» impegnate attivamente nella lotta alla contraffazione si fa più forte e aumenta le sue maglie!
INDICAM, INTA ed il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) hanno organizzato a Milano il Policy Dialogue sul tema dell’online. Grande affluenza di pubblico, con oltre 100 iscritti, e presenza dei tre componenti fondamentali del tema online: Istituzioni, titolari di diritti, piattaforme.
Obiettivo del Policy Dialogue, sviluppato secondo il format di tre round tables, è stato poter dare un quadro attuale della situazione dai tre punti di vista e, soprattutto, cercare di capire dove si deve andare. Questo il principale motivo che ha fatto da filo conduttore: come ribadito dal Segretario Generale di INDICAM, Claudio Bergonzi, si deve affrontare seriamente il tema, dal momento che l’online non è più un fenomeno, ma un sistema di vendita con pari peso e potenziale anche superiore al’offline. non si può più assistere, quindi, a regolamentazioni molto diverse tra i due canali di commercio e, parimenti, non può più essere ridotta la discussione a un mero tema di policies.
Le Istituzioni presenti, Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno ribadito il proprio impegno, raccogliendo lo spunto lanciato da Bergonzi, ossia la cooperazione con le imprese e la possibilità di sfruttare le molte informazioni in possesso di queste ultime, per alimentare indagini che già oggi vedono, spesso, gli investigatori italiani coordinare azioni Europee, come nel recente “Aphrodite” della GDF con coinvolgimento di 9 Stati membri, coordinati da Europol.
Dogane hanno evidenziato come l’online mandi in crisi i sistemi di analisi di rischio propri delle Dogane, dal momento che il quantitativo che alcuni anni fa arrivavano con un unico container di merce, ora sono frammentati in migliaia di piccole spedizioni.
I brands presenti hanno portato la loro esperienza e hanno identificato alcune delle strade che sono da percorrere il più rapidamente possibile: cooperazione con le forze dell’ordine, migliori policies da parte del legislatore e maggiore intervento preventivo da parte delle piattaforme.
Questi temi, anche alla luce di alcuni punti cardine dell’evento organizzato da INDICAM, INTA e MISE, ossia la necessità di un maggiore intervento preventivo degli operatori online e, soprattutto, la necessità di capire come e se le recenti (1 marzo) raccomandazioni della Commissione EU sul contrasto al contenuto online illegale abbiano avuto efficacia.
A detta delle imprese presenti durante le round tables, non ci siamo ancora. Anche le Raccomandazioni non sembrano aver avuto impatto, e laddove lo hanno forse avuto, grande è la distanza tra quanto auspicato e quanto reale.
Le piattaforme presenti, Alibaba e Amazon, hanno fatto una carrellata dei rispettivi sistemi e dei risultati ottenuti. Da parte della piattaforma Cinese, anche alla luce di una normativa Cinese estremamente diversa da quella occidentale, è da considerare che gli sforzi di trasformazione da piattaforma amica dei contraffattori a una che cerchi di limitare la facilità con cui perpetrare reati di violazione degli IPR hanno conseguito risultati innegabili. Dal canto suo Amazon ha ribadito alcuni punti fermi delle proprie policies e del sistema di contrasto proprio della piattaforma. Yoox, altro soggetto interveniente, ha dettagliato il livello di analisi complessiva che costituisce la base dell’attività di monitoraggio dell’operatore. Si tratta di un caso brillante di applicazione di analisi di big data all’anticontraffazione, un sistema in gradi di migliorare l’efficacia di contrasto e di prevenzione della messa live di contenuti illegali.
La conclusione del convegno, che ora le parti valutano come rendere un percorso periodico di confronto, sono state del Segretario Generale di INDICAM, che ha enfatizzato alcuni punti emersi: occorre, da parte delle imprese, una maggiore attività sulla sensibilizzazione dei policy makers, che altrimenti non capiscono appieno i motivi di fondamentale importanza della tutela degli IPR. In particolare per evitare casi come la recente votazione del Parlamento EU contraria alla revisione della Direttiva Copyright, chiaro esempio di deputati disinformati ad arte da operatori online come Google e Facebook. E, quindi, quanto sia necessario operare con una narrazione migliore dei “nostri” temi. E, oltre questo, come occorra lavorare sulla raccolta di elementi puntuali per permettere alla Commissione, ed al Governo Italiano nel suo rapporto con essa, d valutare le Raccomandazioni come positive o negative, nel senso degli effetti generati. Ultimo, ma non ultimo, l’ammonimento alle piattaforme: se le loro policies, come ognuna di esse racconta, sono così efficaci, perché cresce l’insoddisfazione dei brands verso di loro? Qualcosa, e molto, resta da fare. Il Policy Dialogue probabilmente continuerà con ulteriori appuntamenti.
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