Si insedia il nuovo CNAC con la presidenza del Viceministro Galli
13 novembre 2018, Roma. Oggi a Roma si è svolta la riunione di insediamento del nuovo Comitato Nazionale Anti-Contraffazione, il cui presidente è l’On. Dario Galli, Viceministro dello Sviluppo Economico.
Chi c’era ricorda che il Viceministro è stato ospite al nostro Forum 2018, e con lui in quell’occasione abbiamo avuto modo di scambiare diversi pareri sullo stato della Proprietà Intellettuale e di quali scenari, per la verità abbastanza foschi, abbiamo davanti a noi in materia di contraffazione e di illeciti.
Evidentemente la riflessione ha colto l’attenzione del Viceministro, che ha rilanciato un’azione del CNAC efficace proprio su temi che per l’industria sono diventati non opzionali, anzi irrinunciabili.
Il CNAC nel suo piano 2018/2020, che da oggi parte, dovrà quindi arrivare a utilizzare Carta Italia, il protocollo di base volontaria con cui INDICAM, MISE e Netcomm hanno tratteggiato due anni orsono un dovere di diligenza in capo agli operatori internet. Dal momento in cui quel documento è stato prodotto ad oggi la situazione dell’e-commerce è, se mai fosse stato possibile, ulteriormente peggiorata. Inutile dire che soggetti come i social, Facebook e Instagram in primis, sono oggi il grande assente da un dialogo costruttivo con le imprese. I problemi che coinvolgono altri intermediari, anche blasonate piattaforme nord-americane di commercio leader nel mondo, non sono diversi e di minor portata, per cui sarà necessario che il CNAC trasformi le buone intenzioni espresse a voce dal suo presidente, in azioni concrete che vedano affiancato alle imprese il governo, rappresentato dal CNAC appunto, come attore di moral suasion.
Il piano CNAC, però, non sarà solo concentrato su online. Si lavorerà, in gruppi operativi di pochi soggetti competenti, anche in materia di eventuali revisioni normative, non già sull’onda del populismo “abbiamo un problema=alziamo le pene e lo risolviamo”, bensì sulla valutazione di quali siano gli strumenti più adatti all’evoluzione dei traffici illeciti e di chi li commette. I gruppi di lavoro vengono garantiti come operativi. Ce lo auguriamo, in genere il nostro settore ed i nostri temi stimolano una dialettica-fiume piuttosto orientata ala retorica, che mal si adatta alle emergenze che le imprese vivono.
All’estero, come sostenuto da noi di INDICAM, è prioritario creare una rete di IP attaché che siano in grado, nei Paesi “caldi”, di sostenere le imprese (ancora: moral suasion) e di mappare esattamente le aree difficili per la tutela dei diritti IP. Ovvio che questo sia un obiettivo fondamentale per un Paese le cui imprese vivono danni derivanti dalla contraffazione nel mondo pari a 35 miliardi (lo dice OCSE, non INDICAM…), ma iniziare a pensare di lavorarci in ambiente CNAC ci conforta.
Si lavorerà su approccio uniforme all’enforcement sul territorio, non lasciando a sindaci, più o meno brillanti, risultati più o meno efficaci.
E ancora: abbiamo chiesto, da sempre, un ruolo di maggiore coinvolgimento degli intermediari, ad ogni livello, nella catena della contraffazione, anche quando siano estranei al fatto in sé. A cosa mi riferisco? Ricordiamo che un bene falso che va dal punto A al punto B viene trasportato e pagato, quindi già solo banalmente chi beneficia di questo “viaggio” è chi trasporta (qualcuno paga) e chi offre i propri servigi come intermediari di pagamento (un operatore di credit cards, sempre per esempio). Quindi questi soggetti, spesso vittime e non complici, devono comunque uscire da un limbo in cui le norme li pongono come non responsabili, ed affrontare invece un tema di responsabilità ben più ampio, sociale e verso i cittadini.
Come si esce dalla prima riunione CNAC? Curiosi. Di vedere come si trasformi il principio in fatto e di come sarà permesso a noi imprese di vedere, finalmente, un Governo che si muove con piena coscienza della vastità del danno. Certo durante gli interventi ampio plauso e spazio è stato dato anche a INDICAM per esprimere il proprio sostengo o pensiero, ambedue lodati ed esaltati. Mi piace dire che questo è il punto di partenza, per cui ora dobbiamo darci da fare.
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