PROPRIETA’ “SOSTENIBILE” INTELLETTUALE: LA SFIDA DEL DIGITALE
di Mariachiara Anselmino
La Digital Week milanese 2021 è stata all’insegna di un tema piuttosto caldo negli ultimi anni, quello della sostenibilità.
Ma esiste una proprietà intellettuale sostenibile? Quali sono i rischi in cui possono incorrere le imprese nella comunicazione del loro essere green? Qual è l’impronta ecologica dell’e-commerce? Tanti e diversi i quesiti da cui siamo partiti per inaugurare questa quarta edizione della settimana dedicata all’innovazione, stavolta declinata sull’importante tema dell’equo e sostenibile.
INDICAM è stata protagonista del palinsesto con una serie di interventi da diverse prospettive, atti a comporre un più ampio quadro sul legame sussistente tra diritti di proprietà intellettuale, comunicazione e sostenibilità.
Il webinar è stato aperto dall’Avvocato Gianluca De Cristofaro, partner dello studio legale LCA, con un’interessante analisi sui limiti e le condizioni di una comunicazione sostenibile, ponendo l’attenzione su green claims, asserzioni ambientali e greenwashing. Ci si è concentrati sulla normativa – dalla Direttiva relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori e il Codice del Consumo, dal Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale al Green Deal europeo – e sull’esigenza di trasparenza sottesa al framework legale, con uno sguardo sui casi che hanno coinvolto alcune aziende e l’indicazione di “tips & tricks” per evitare alle imprese di incorrere in errori che possono pagare a caro prezzo sul piano reputazionale.
Il taglio particolarmente pratico dell’evento è stato reso possibile anche grazie al contributo dell’Avvocato Elena Martini dello studio Martini Manna, che, in ambito green claims, ha reso nota una serie di decisioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sulle diciture riportate su prodotti e contenuti pubblicitari di alcune note aziende di diversi settori merceologici.
Un ulteriore tassello della conversazione, poi, ha riguardato la sostenibilità dell’e-commerce, mercato cresciuto vertiginosamente soprattutto nell’ultimo anno con lo scoppio della pandemia. Insieme agli Avvocati Chiara Viale e Giulia Suigo dello studio legale A&A, si è evidenziata l’impronta ecologica del commercio digitale, considerando l’impatto delle ricerche e della navigazione sul web, degli imballaggi dei prodotti e delle consegne veloci.
Guardando al mondo IP, nell’ambito Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, non potevano essere tralasciati il marchio di qualità ecologica europea “Ecolabel”, applicabile a beni e servizi che soddisfano elevati standard ambientali durante tutto il loro ciclo di vita e il “Made Green in Italy”, lo schema nazionale per la valutazione e comunicazione della carbon footprint dei prodotti, atto a promuovere la green economy rispetto ad un uso eccessivo di risorse naturali.
Questo “digital day” per INDICAM si è concluso con la stimolante esperienza di Save The Planet, onlus per la tutela dell’ambiente, che ha portato l’attenzione dell’uditorio sui rischi legati alla comunicazione vuota del greenwashing, rischi di immobilismo e inazione rispetto al problema: perché, utilizzando le parole dell’Ingegnere Elena Stoppioni, Presidente dell’associazione, “più se ne parla, meno si agisce”.
Un intervento fuori dagli schemi, e non immediatamente collegabile al mondo INDICAM, ma che in realtà ci suggerisce l’esistenza di un filo rosso tra proprietà intellettuale e sostenibilità: quello dello sviluppo, dell’innovazione, della crescita che passa attraverso normative tecniche e certificazioni ambientali, per cui ciò che è definito “green” lo è perché supportato da evidenze obiettive.
Il take-home message? Rendere visibile all’impresa il beneficio dell’agire sostenibile, supportandola nella costruzione di un piano industriale improntato allo sviluppo sostenibile, con il coinvolgimento degli stakeholder sul territorio; solo così è possibile creare un contrappeso alla sterile conversazione sull’essere green, rendendosi invece parte attiva di un cambio di paradigma necessario perché il futuro sia migliore del presente.
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