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01 – INDICAM NEWS

DSA: Digital Service Act

di Juna Shehu

NL 10.2022

Oggi vorrei dedicare una breve riflessione al “Digital Services Act”, la nuova normativa europea che regola il mercato dei servizi digitali.

Finalmente, dopo un iter legislativo tumultuoso, durato molti mesi e costellato da emendamenti, modifiche, ritrattazioni, compromessi, si è giunti ad un testo finale che verrà a breve pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, entrando ufficialmente in vigore 20 giorni dopo.

È mia intenzione rimarcare l’importanza di un traguardo storico, seppur con i limiti di cui presto parleremo. Un traguardo per assicurare un ambiente digitale più trasparente e sicuro per i consumatori e più equo per le aziende che investono nel canale online come mezzo di accesso ad un mercato dalle mille opportunità.

In questi anni INDICAM si è spesa, con il supporto imprescindibile della comunità di associazioni, brand e organizzazioni dedicate alla tutela dell’IP, per un testo che nella sua orizzontalità prendesse seriamente a cuore le problematiche legate alla contraffazione e alla pirateria online, per il riconoscimento di maggiori responsabilità in capo agli attori della rete nel loro ruolo di agevolatori nell’accesso a prodotti e contenuti sul web.

Ci tengo a ricordare che la legge che sinora ha governato l’ambiente digitale era la ben nota Direttiva E-Commerce, una legge che quest’anno compie 22 anni.

Per 22 anni un mondo virtuale che non ha mai cessato di cambiare e trasformarsi, dando vita a nuovi e diversi modelli di business, nuove realtà imprenditoriali, nuove piattaforme e nuovi servizi, questo mondo, così dinamico e fluido, è stato regolato dalla stessa legge che mai avrebbe potuto includere, quando concepita, la portata di questi cambiamenti.

Per anni la comunità IP ha chiesto il superamento di una normativa ormai divenuta obsoleta, nata per garantire lo sviluppo del mercato digitale ma alla fine divenuta “porto sicuro” – e qui la scelta delle parole non è casuale e gli esperti lo sapranno! – per i cosiddetti “bad actors” dell’online.

Per anni gli intermediari online hanno goduto di una esclusione di responsabilità per i contenuti ospitati nei loro spazi digitali, pur facilitandone l’accesso ai consumatori e avendone, chi più, chi meno, controllo, grazie a infrastrutture tecnologiche ormai sempre più sofisticate e a modelli di business mirati alla promozione e offerta di questi stessi contenuti.

Per certi versi quindi il Digital Services Act rappresenta di certo una svolta, un passo in avanti rispetto alle regolate enucleate nella vecchia Direttiva E-Commerce.

Il DSA è un Regolamento che ci tocca da vicini, come rappresentanti di aziende, come aziende, come utenti finali.

Non abbiamo davanti il testo perfetto, tanti sono ancora gli aspetti che necessiterebbero di una più ferma presa di posizione nei confronti delle piattaforme e degli intermediari della rete.

Tuttavia, possiamo comunque dire con una certa punta d’orgoglio che il nostro Paese è stato tra i maggiori sostenitori dell’introduzione di disposizioni più decise di quelle che vediamo poi messe nero su bianco e che il lavoro delle associazioni di categoria, nazionali ed europee, ha giocato un ruolo importante nella trasmissione delle istanze dei titolari di diritti di proprietà intellettuale a Bruxelles.

Chiudo dicendo che la partita non finisce comunque qui, perché altri “contenitori” ci verranno in aiuto per garantire una maggiore protezione dell’IP sul web, primo fra tutti l’Anti-Counterfeiting Toolbox, che sembra verrà pubblicato al termine di quest’anno.

Sebbene si tratti di uno strumento di soft law, e quindi non vincolante, il Toolbox potrebbe prevedere: a) principi guida per gli Stati membri, i titolari dei diritti e gli intermediari sulla lotta alla contraffazione; b) per titolari dei diritti e intermediari online e offline un unico punto di contatto per l’enforcement dei diritti IP e c) una spinta per gli intermediari ad implementare azioni proattive e proporzionate contro la contraffazione.

Resto dunque in attesa di vedere quale reale contributo apporterà questa nuova regolamentazione alla vita di tutti noi, auspicando per il futuro maggiore coraggio da parte degli organi europei nella scrittura di testi legislativi più equidistanti e bilanciati.

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